Chi siamo

Siamo donne e uomini, tra militanti e intellettuali, attivisti, artisti, ricercatori e altri, provenienti da differenti ambienti sociali e culturali e da svariate nazioni di tutto il Mediterraneo, convinti che il Mediterraneo sia il nostro destino comune. Dal settembre 2014 abbiamo insieme dato vita al Maydan, un processo nato dal basso e concepito attraverso una serie di eventi – un forum alle ultime tre edizioni del SABIRFEST, e all’interno del Forum Sociale Mondiale del 2015 – che si sono concentrati sul concetto della cittadinanza transnazionale nel Mediterraneo.

Perché il nome Maydan?

Maydan è la piazza in arabo, il luogo dove si esprime la volontà popolare di riscatto, giustizia e lotta per i diritti e le libertà schiacciati da regimi oppressivi e politiche economiche ingiuste e insostenibili. Maydan è anche il luogo dell’ incontro, del dialogo e della fraternità, dove i popoli della regione possono ritrovare le loro radici comuni, praticare la cittadinanza, coltivare l’ospitalità e dare speranza alla prospettiva di un futuro comune. Maydan ha l’obiettivo di promuovere una rete di organizzazioni della società civile e di soggetti che “progettano” una nuova integrazione mediterranea attraverso iniziative e strumenti cittadini. Abbiamo inoltre deciso di impegnarci nella redazione di una dichiarazione costituente capace di descrivere il Mediterraneo che vogliamo vedere nel prossimo futuro: il “Manifesto per la Cittadinanza Mediterranea”.

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Logo development

MAYDAN, il logo e i suoi significati

Racchiudere le aspirazioni, la storia e le prospettive di un’organizzazione come “MAYDAN” in una singola immagine non è stato semplice. Si è trattato di un’attività concettuale e creativa lunga e intensa, possibile grazie al contributo di diverse voci e al valido supporto professionale dell’organizzazione nostra partner per le questioni tecniche e digitali “ComunicaSociale”.

Tutto è partito dal lancio del “Pre-manifesto per la Cittadinanza mediterranea” a SabirFest 2017, in occasione del quale la disegnatrice siriana Diala Brisly ci offrí un suo disegno per l’occasione. Il disegno rappresenta un bambino che dipinge una caravella che naviga in un mare luminoso, ma mosso, con una grande onda che sembra accompagnarla, ma che potrebbe sovrastarla. Attorno alla caravella e all’onda, creature del mare e del cielo, e una mongolfiera. 

 

Da questa bellissima immagine, con i suoi colori, le sue forme curve, i sogni e le inquietudini che portano con sé il bambino e la scialuppa siamo partiti. Il disegno è stato dunque rielaborato per non perderne l’originalità e la complessità, e al tempo stesso salvaguardarne i significati seppur in un’immagine semplificata, tanto a livello di dimensioni quanto di fruibilità. Sono state, dunque, elaborate diverse versioni ispirate al messaggio e alle pratiche della “cittadinanza mediterranea” con un’onda per rappresentare il mare, la nave per rappresentare le civiltà e le comunità umane che si spostano; lo sfondo per indicare lo spazio che accoglie, ma anche il luogo predeterminato allo scambio materiale e immateriale e alla dialettica sociale e politica, ovvero la “piazza” (maydan). Uno sfondo circolare che richiamasse tanto la luna, quanto il sole e fosse anche un approdo.

 

Quali sono dunque gli elementi cardine del logo Maydan? 

 

Il mare, la terra, il veliero e l’onda. Il veliero naviga su un mare che ha il colore della terra, e sotto un cielo che ha il colore del mare, perché il Mediterraneo è innanzitutto circolarità e riflessione, La curva a spirale dell’onda è bellezza, ma anche prova; essa richiama l’idea della piazza, oltre che delle sfide che ci pone il Mediterraneo. 

I due colori principali nei quali sono riprodotti rappresentano il dialogo tra le le sponde, tra i nord e i sud. Il cielo illumina ogni cosa con la sua tonalità intensa, è di un blu profondo, deIla profondità marina e celeste (C 95; M 60; K 40; Y 15;). Il mare assume un colore di contrasto improbabile: un rosso-arancio (C 0; M 80; K 95; Y 0;) che vuole richiamare sia la terra e suoi prodotti (le arance di Sicilia o i manghi del Nilo), ma anche le morti in atto nel Mediterraneo.

Nel logo esprimiamo il nostro impegno affinché il Mediterraneo torni a essere un mare di scambio, di vita, di diversità e non di morte, senza però negare quello che è attualmente e che l’associazione Maydan  contrasta con decisione. Un mare dove i popoli costruiscono un futuro comune, condiviso, in un clima di dialogo e pace, preservando la ricchezza culturale e biologica della regione.  

COSA SUCCEDE INTORNO A NOI

Nell’ultimo decennio, le nazioni e i territori mediterranei sono stati al centro di molteplici lotte sociali. Ciò nonostante, le richieste di coloro che hanno manifestato numerosi contro i vecchi regimi della regione, così come contro sistemi socio-economici ingiusti e misure di austerità, sono state spesso tradite, e la mancanza di opportunità e di prospettive su entrambe le sponde ha allargato il divario tra istituzioni e giovani generazioni, che hanno ormai perso fiducia nel sistema politico e che si sentono private del proprio futuro. La crisi ha anche esacerbato il processo di stigmatizzazione dei migranti, il cui flusso si è incrementato sia a causa delle guerre civili in Libia e Siria, che del deterioramento delle condizioni di molti Stati africani. D’altro lato, molti gruppi sociali e politici, così come individui, si stanno riorganizzando in entità identitarie, ispirate da nazionalismo, autoritarismo e omogeneità religiosa e culturale; oppure stanno cercando la propria redenzione personale e sociale attraverso la lotta armata. Questa situazione sta mettendo a rischio la cooperazione, il concetto stesso di cittadinanza, e l’idea di appartenenza culturale e geografica alla regione. In quanto donne e uomini del Mediterraneo, legati ai diritti umani e alla giustizia sociale, preoccupati per l’eredità culturale e ambientale della regione, e impegnati per un futuro condiviso nel Mediterraneo: 

  • Abbiamo tratto insegnamenti positivi e negativi dalle rivolte e dalle proteste sociali avviatesi contro le politiche di austerità, la mercificazione dei beni pubblici e il degrado dei diritti sociali in molti paesi europei, estesesi poi alla maggioranza dei paesi della riva sud del Mediterraneo, e improvvisamente diffusesi in tutta la regione – e abbiamo guardato con solidarietà ai nuovi gruppi politici, le cui piattaforme rivendicative si basavano sui movimenti anti-austerità del 2008 e le rivendicazioni dei movimenti rivoluzionari del 2011; 
  • Siamo ispirati dal Manifesto di Ventotene del 1941, scritto da un gruppo di militanti e intellettuali antifascisti il cui obiettivo era un’Europa libera e unita; quel manifesto rappresentò la fonte di ispirazione dei popoli europei in lotta contro Fascismo e Nazismo nell’immaginare un progetto di integrazione europea; C. Guardiamo con attenzione alla Carta di Porto Alegre, il testo fondante del Forum Sociale Mondiale, che ha stimolato la nascita di forti movimenti sociali e delle società civili nella regione, e che costituisce la piattaforma del movimento anti-globalizzazione, mobilitatosi contro lo sfruttamento economico e il colonialismo.

Come operiamo

L’Associazione non dispone limitazioni con riferimento alle condizioni economiche e discriminazioni di qualsiasi natura in relazione all’ammissione degli associati e non prevede il diritto di trasferimento, a qualsiasi titolo, della quota associativa. L’Associazione può esercitare anche attività di raccolta fondi anche in forma organizzata e continuativa e anche mediante sollecitazione al pubblico o attraverso la cessione o erogazione di beni o servizi di modico valore, impiegando risorse proprie e di terzi, inclusi volontari e dipendenti – attraverso la richiesta a terzi di donazioni, lasciti e contributi di natura non corrispettiva – al fine di finanziare le proprie attività di interesse generale e nel rispetto dei principi di verità, trasparenza e correttezza nei rapporti con i sostenitori e con il pubblico. È escluso l’esercizio di ogni attività commerciale che non sia svolta in maniera marginale.

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